In queste foto ci sono due persone che ho avuto il privilegio di inserire all’interno della straordinaria realtà di Uniamoci, grazie al progetto a cui sto partecipando per favorire l’inclusione di persone con disabilità in contesti lavorativi e associativi.
La mamma di un ragazzo che partecipa al progetto mi ha raccontato quanto fosse difficile per lui inserirsi in attività o contesti sociali a causa della sua disabilità. Mi ha confidato che il figlio si stava isolando sempre di più, creando un proprio mondo fatto di solitudine. Questa testimonianza fa riflettere su quanto la nostra società spesso ignori o trascuri le persone con difficoltà, lasciandole indietro.
Oggi, però, vedo quelle stesse difficoltà trasformarsi in sorrisi, collaborazione e nuove amicizie. È una gioia immensa vedere questo ragazzo integrarsi, partecipare con entusiasmo e sentirsi parte di un gruppo. All’inizio, i suoi genitori erano comprensibilmente preoccupati per questo nuovo percorso. Ma ho sempre detto loro che le persone di Uniamoci sono più che un’associazione: sono una famiglia, una casa, un luogo dove sentirsi accolti e valorizzati.
Devo ammettere che inizialmente ero riluttante all’idea di inserire persone con disabilità in un contesto che già si occupa di disabilità. Pensavo che il vero obiettivo fosse integrarli in aziende e realtà “tradizionali”. Tuttavia, durante questo percorso, mi sono resa conto che molte aziende palermitane (parlo di Palermo perché è qui che sto lavorando) si limitano alle belle parole quando si parla di inclusione. Nei fatti, però, la disponibilità concreta a includere persone con disabilità è quasi inesistente. Sono pochissime le realtà che, oltre a parlare di inclusione, si impegnano davvero per realizzarla.
Uniamoci, invece, è la dimostrazione di come le cose dovrebbero essere. Non potevo scegliere un posto migliore per queste persone. Qui hanno trovato accoglienza, opportunità e un vero senso di appartenenza.
Mi sento orgogliosa di conoscere chi gestisce questa straordinaria realtà. Uniamoci è un esempio da seguire, un motivo di vanto per Palermo e per tutti noi.
Martina Andò