In un periodo storico in cui la tendenza è quella di passare la maggior parte del tempo libero davanti ad uno schermo, allontanandoci dalla vita concreta e da rapporti reali, le relazioni si fanno alienanti ed il contatto diventa quasi impossibile.
Relazionarsi è difficile, soprattutto se si pensa alle situazioni di marginalità spesso vissute da soggetti con disabilità. La maggior parte dei bambini e dei giovani con e senza disabilità sono solitari, preferiscono stare a casa e non godono dei benefici delle attività svolte all’aperto con e per la comunità. Basti pensare che il 79% di ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 18 anni dedica al telefono più di quattro ore al giorno, circa 120 ore al mese (Dati di Movimento Etico Digitale) e che ciò accade ancor di più alle persone con disabilità, le quali riscontrano numerose difficoltà a partecipare alla vita sociale e ad instaurare relazioni. Molto spesso veniamo a contatto con il mondo esterno vedendolo semplicemente attraverso dispositivi come smartphone, tablet, tv e computer. Gli ultimi dati di Counterpoint Research affermano che il 26% degli intervistati (3.500 utenti di tutto il mondo) utilizza lo smartphone per 7 ore al giorno. Questi numeri ci suggeriscono che moltissime persone, passano buona parte della loro giornata guardando schermi luminosi.
“Orto Aperto” è un progetto che nasce dal bisogno contatto reale e concretezza, relazione e collaborazione tra persone e natura. Il progetto, sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese, verrà realizzato a Brancaccio (quartiere periferico svantaggiato di Palermo) per un anno (Maggio 2021 – Maggio 2022) da un gruppo di 15 partecipanti giovani e adulti con disabilità motoria e/o cognitiva supportati da volontari. L’orto diventerà un percorso per sviluppare benessere attraverso la collaborazione tra persone. Si definisce “aperto” perché mira ad instaurare un asse tra la Scuola e l’Associazione e permette l’interazione tra bambini, persone con disabilità e Volontari, con lo scopo di tirar fuori le potenzialità insite in ogni individuo. A questo proposito, sarà soprattutto un orto accessibile a persone con disabilità e co-creato dagli stessi, con la conseguenza di trasmettere alla comunità una visione corretta della disabilità. L’obiettivo del progetto, infatti, è migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità e promuovere inclusione tramite il lavoro integrato tra persone con disabilità, bambini e volontari.
Le attività previste sono la realizzazione di un Orto grazie all’aiuto di un orticoltore, educatori e volontari che supporteranno i partecipanti e di workshop indirizzati agli alunni della Direzione Didattica F. Orestano di Palermo da parte dei partecipanti disabili coinvolti. Questa parte del progetto verrà svolta nei terreni della Direzione Didattica Francesco Orestano, a Palermo nel quartiere Brancaccio. La divulgazione delle attività avverrà tramite la nostra Web-radio, il Periodico Disabile In…Forma, il nostro sito ed i nostri social network. Le attività relative alla fase di progettazione/sistemazione degli spazi (disposizione delle pedane e cassoni rialzati per rendere accessibile l’orto) verranno svolte presso la sede dell’Associazione Uniamoci Onlus.
I benefici a livello fisico saranno numerosi, non solo per via delle emozioni che genera il contatto con la natura e con la terra, ma anche per la possibilità di fare attività all’aperto, possibilità di muoversi liberamente e fare esercizio fisico tramite la cura dell’orto. A livello psicologico, inoltre, ciò genererà maggior rilassamento e allontanerà lo stress, ma soprattutto restituirà coscienza del proprio potenziale e accrescimento della propria autostima, grazie alla consapevolezza di star creando qualcosa di concreto. Oltre alla sensazione di appartenere a “qualcosa” e sentirsi parte di un gruppo che collabora, si organizza, si suddivide i compiti, in vista di un obiettivo concreto. Durante il progetto sarà possibile contribuire alla realizzazione concreta di una realtà inclusiva e di una società integrata e produttiva in cui bambini e disabili collaborano con naturalezza, in un clima disteso, di crescita non solo personale ma anche collettiva.