Il progetto COOPERA – cofinanziato dalla Regione Sicilia – Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, ha plasmato un’iniziativa di workshop di visual communication, all’interno della quale è stato possibile creare delle grafiche per tutte quelle auto che, parcheggiandosi dinnanzi gli scivoli stradali, non consentono il passaggio a tutte le persone in carrozzina. L’idea della visual communication per trasmettere un messaggio, elicitare una risposta, suscitare un ricordo o un emozione, rivela un importante corredo conoscitivo e dichiarativo. Le immagini sono state pensate e prodotte dai nostri ragazzi, non soltanto con le loro volontà grafico-comunicative ma anche con la frustrazione di chi è tristemente abituato a questo scenario di ombra e trascuratezza. Se facciamo un passo indietro, ricorderemo che le nostre prime acquisizioni di base sono intimamente associate alla nostra memoria visiva. L’area visiva, localizzata nella parte posteriore del nostro cervello, ovvero nel lobo occipitale, è quella che dà vita alle nostre percezioni visive coscienti. Non è un caso, quindi, che il nostro sistema limbico, ovvero quella struttura coinvolta quando proviamo emozioni, sia associato al nostro sistema olfattivo: a chi non è mai capitato di sentire un determinato odore o profumo che gli ha provocato un determinato ricordo? Una particolare emozione? Il sistema limbico è il nostro cervello emotivo e chi è il suo parente più prossimo? L’ippocampo, cioè il nostro magazzino mnestico.
E dunque qual’è l’enorme potere di un’ immagine? Non soltanto quella di essere inserita in un determinato scompartimento della nostra memoria e perdurare, e dargli spazio, ma anche quella di produrre emozioni, reazioni, collegamenti, ricordi. Se pensiamo alle cascate del Niagara non saremmo neppur vicini alla reale quantità di parole che i nostri ragazzi vorrebbero dirci ma non possono. Quale mezzo migliore per trasmettere emozioni, sensibilità, fragilità della comunicazione visiva? Quale strumento migliore per insegnare il punto di vista dell’altro senza dirlo con le parole? Quale risorsa migliore per sviluppare l’empatia e promuovere la comunicazione non verbale? La comunicazione visiva ha la capacità di trasportarti indietro e avanti nel tempo, può rievocare un ricordo d’infanzia come edificare una nuova consapevolezza, comprendere il mondo interiore dell’altro, fatto di innumerevoli parole che non può dirci e, grazie alle immagini, ci prende per mano e ci porta nel suo museo immaginativo a raccontarci la sua storia, il suo dolore, la sua prospettiva, le sue vittorie, le sue sconfitte. E’ dunque indispensabile presiedere i confini visivi e raffigurativi dell’altro e di tutti quelli che vorrebbero parlarci della loro Atlantide ma non possono. Un’immagine vale più di mille parole, ed è vero. Ma una gita gratis dentro il museo immaginativo dell’altro non ha prezzo.
Micol Allegra Terrasi