Dopo l’esperienza positiva dello spettacolo fatto della compagnia teatrale “Touch” al suo debutto ufficiale presso il teatro Duško Radović di Belgrado, continua il tour internazionale facendo tappa in Italia, a Palermo. La tappa successiva sarà in Croazia.
Ripercorriamo insieme attraverso un breve racconto la storia della compagnia.
“Touch” nasce in Serbia tra fine febbraio e la prima settimana di marzo del 2023, è costituita da attori provenienti da tre gruppi nazionali differenti: l’associazione serba “Cepora”, la compagnia teatrale “Empiria Teatar” e la nostra Associazione italiana “Uniamoci”; le 3 associazioni che stanno collaborando nella realizzazione dell’omonimo progetto (T.O.U.C.H. – Theather oureach: unravelling connections in humans) co-finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma Europa Creativa.
In 14 giorni, gli attori, guidati da un team creativo, hanno messo in piedi uno spettacolo ben articolato, in tre lingue diverse, accomunati dal tema della discriminazione e dell’ingiustizia. Il teatro sociale permetterà loro di narrare tre differenti storie e di raccontare in modo efficace vissuti reali che spesso restano nell’ombra. Gli attori sono stati capaci di trasportare il pubblico nei contesti quotidiani della discriminazione, di conoscere la realtà spesso ingiusta che vivono alcune persone, portando lo spettatore ad un livello più alto che è quello della visione attiva e riflessiva, attraverso l’ausilio di linguaggi differenti: verbale, non verbale e visuale.
Lo spettacolo è frutto della sinergia e commistione di realtà, esperienze, competenze e abilità differenti.
Uniamoci è impegnata da circa 15 anni nel promuovere principalmente attività e l’empowerment di persone con disabilità, Cepora è un’associazione serba che si occupa principalmente di giovani orfani ed Empiria Teatar è una giovane compagnia teatrale.
Dopo il debutto, una volta tornati a casa gli attori nei loro rispettivi paesi si sono riuniti e rivisti, poi hanno iniziato a trasmettere al proprio pubblico un estratto dello spettacolo.
In questo momento i tre gruppi nazionali stanno facendo varie esibizioni in varie scuole di vario ordine e grado per far conoscere le loro storie, al fine di ottenere visibilità e sensibilizzare soprattutto i più giovani sui temi della discriminazione delle persone disabili, sulle ipocrisie e ingiustizie celate che vivono le persone orfane e la sempre più opprimente condizione disoccupazione che vivono molti giovani.
“Touch” come gruppo nazionale italiano, guidata dall’Associazione Uniamoci, giorno 11 e 12 maggio 2023 è approdata presso la scuola superiore “Danilo Dolci” di Palermo per far conoscere la propria esibizione e sensibilizzare i giovani studenti a prendere coscienza della realtà vissuta ogni giorno dalle persone con disabilità e non solo. Gli attori hanno fatto 5 esibizioni per cinque classi dell’istituto.
Giorno 11 maggio alle 9:00 ha avuto inizio la prima esibizione, l’ultima è stata giorno 12.
Le esibizioni sono state precedute da un’attività di Brainstorming, propedeutica alla visione dello spettacolo ed al confronto in un momento successivo con gli studenti.
Abbiamo fatto delle domande per raccogliere creativamente aspettative sullo spettacolo che subito dopo abbiamo loro mostrato e sul significato che per loro ha la parola discriminazione.
Una conduttrice ha rivolto loro queste domande: “Cosa vi aspettate da questo incontro?” “Cosa significa per voi essere discriminati?”
I giovani studenti avevano un foglio ed una penna dove scrivevano una parola che per loro rispondeva bene a queste domande.
Quando la conduttrice staccava la musica chi si trovava il foglio tra le mani, doveva leggere quanto riportato dai compagni e poi si ripartiva.
Gli studenti da questo incontro si aspettavano di essere coinvolti, di divertirsi, di comprendere e imparare qualcosa; questo è ciò che è emerso dalle risposte alla prima domanda.
I giovani studenti associavano invece la parola discriminazione all’esclusione, all’isolamento e al senso di ingiustizia.
Predominante è l’associazione del termine discriminazione ad alcune emozioni spiacevoli come paura, ansia, tristezza ma anche a comportamenti perpetrati quali giudizio e mancanza di rispetto.
La visione dello spettacolo ha coinvolto l’attenzione degli studenti, i quali ci hanno riportato, attraverso il focus group svolto successivamente, che hanno provato diverse emozioni spiacevoli che però li hanno fatti riflettere molto e li hanno aiutati a comprendere meglio quello che hanno vissuto i nostri attori e interpreti di storie reali.
Durante il focus group abbiamo fatto alcune domande agli studenti, ed abbiamo raccolto le considerazioni questi subito dopo la visione dello spettacolo. Abbiamo chiesto agli studenti cosa fosse cambiato dopo la visione, rispetto a prima a quando avevano riportato nel foglietto. Li abbiamo interrogati sul concetto di abilismo ed abbiamo scoperto che molti di loro non ne avevano sentito parlare.
Una volta compreso il significato di abilismo gli studenti avevano riportato che durante la visione dello spettacolo avevano notato comportamenti abilisti.
Vengono riportati alcuni esempi di comportamenti abilisti come le domande poste dall’attore che interpretava il presentatore (e le rivolgeva al pubblico per suscitare partecipazione): “Ma sei disabile? Non si vede completamente!” oppure puoi usare tutte le parti del tuo corpo”? Hanno rintracciato inoltre dell’abilismo durante la scena della libertà.
Gli studenti sono rimasti colpiti dalle storie di Simona e Vincenzo perché avevano sentito sulla propria pelle le emozioni di paura, di tristezza, vergogna provate dai nostri attori che raccontavano episodi di discriminazione accaduti proprio nella loro vita, in passato.
Inoltre, alcuni studenti avevano detto che durante la scena di Vincenzo che veniva discriminato dai bulli posti dietro di lui, attraverso le prese in giro, la derisione dei successi che Vincenzo raccontava della sua vita, era possibile scorgere la cattiveria di cui un essere umano è dotato.
Il teatro può essere uno strumento molto utile per combattere la discriminazione, gli studenti questo lo sanno bene, empatizzando con i nostri attori hanno sostenuto che il teatro riflette la realtà, la vita nel momento presente, è specchio e simboleggia il tentativo di reagire.
Ci piace pensare di avere lasciato un pezzo del nostro mondo, che poi è uno spaccato di realtà che appartiene a tutti.
Lo spettacolo lancia un altro messaggio che va verso una presa di posizione attiva e vuole sostenere che per combattere l’indifferenza, la non curanza e le ingiustizie, è importante fare inclusione, abbattere muri e svelare le ipocrisie.