La pandemia di COVID-19 ha rimodellato il mondo del lavoro. Molte aziende e dipendenti hanno scoperto i vantaggi delle modalità di lavoro online o ibride e non hanno fretta di tornare al solo orario d’ufficio. Ovviamente, ci sono quelli che vogliono tornare alla “vecchia normalità”. Tuttavia, che ci piaccia o no, il digitale è qui per restare.
L’obiettivo di questo report è analizzare e presentare ciò che è cambiato per i giovani e le imprese durante la pandemia di COVID-19 in Europa in termini di occupazione, soprattutto da remoto.
Qualche anticipazione dei risultati dei sondaggi in Danimarca, Nord Macedonia, Ungheria, Italia e Portogallo:
– la maggior parte dei giovani vorrebbe provare a lavorare online poiché vedono la flessibilità che ne deriva come un grande vantaggio; tuttavia, non sanno come trovare questo lavoro e molto spesso non riescono a dire il nome di nessuna azienda che fornisce lavoro online; Conoscono le lingue straniere ma non amano leggere per piacere; affermano di studiare online ma non utilizzano piattaforme educative online che richiedono molti problemi con la registrazione e la routine.
– le piccole e medie imprese (PMI) sono interessate alla modalità di lavoro da remoto poiché ritengono che aiuti a ridurre i costi generali; tuttavia, non riescono a capirne l’intero ecosistema, ad esempio, come i dipendenti da remoto possano progredire nelle loro carriere e, in particolare, molti di loro si astengono dall’assumere persone con minori opportunità.
Il report è stato prodotto nel corso del progetto Gen Z Digital Workforce: Improving online employability and resilience of young people with fewer opportunities, co-finanziato dal Programma Erasmus+ dell’Unione Europea. Si tratta di un’iniziativa di 2 anni tra 5 organizzazioni (You(th) Develop Danimarca (coordinatore), Associazione Uniamoci Onlus (Italia), SFERA International (N. Macedonia), Innovaform (Ungheria), My Madeira Island (Portogallo).