Si è concluso da pochi giorni la mobilità europea per l’apprendimento di educatori e youthworkers del progetto “Covid19: Impact on culture and creative activities” cofinanziato dal programma Erasmus+ dell’Unione Europea e coordinato da Associazione Uniamoci Onlus in collaborazione con Creative Youthland (Grecia), KCAT (Irlanda), Rhythmove e.V. (Germania), CENTAR ZA POZITIVAN RAZVOJ DECE I OMLADINE (Serbia), Università degli studi di Catania (Italia), Fundatia Crestina Diakonia (Romania). La mobilità si è svolta in 4 giorni a Palermo, dal 16 al 20 Maggio, in diversi luoghi della città e attraverso lo scambio reciproco di buone pratiche riguardo le attività creative svolte in particolare durante questi ultimi due anni. “Come sono cambiate le nostre attività artistiche e creative dopo la pandemia da Covid19?” questa è stata la domanda principale del nostro seminario, che poi si è articolata in diversi laboratori esperienziali ed attività riflessive come World-cafè, presentazioni e un dibattito aperto al pubblico tramite il metodo della fishbowl.
I partecipanti sono stati accolti a Villa Garibaldi, a Piazza Marina, un luogo molto suggestivo all’aria aperta in cui sono state svolte attività per conoscersi meglio, attivare connessioni gruppali ed incentivare la condivisione e la presentazione di noi stessi. Sono stati proposti diversi giochi sui nomi, per permettere la memorizzazione dei nomi dei partecipanti, e sui gusti, preferenze, attività e talenti dei partecipanti ispirati al mondo del teatro creativo e giochi di gruppo, come “Slideshow”, un gioco in cui i in piccoli gruppi è necessario creare una “presentazione” con slides umane su un argomento di loro scelta che ha permesso di solidificare la rete di scambio che si stava creando tra le associazioni partecipanti. Durante il pomeriggio è stato svolto il World-cafè “Come organizzare un’attività artistica online”, in cui i partecipanti, divisi in tre tavoli, hanno discusso attività da proporre online come audio-storie, corsi di pittura, teatro e movimento, le piattaforme più adatte e le istruzioni più tecniche. Durante gli altri due giorni i Partner hanno condiviso le loro esperienze lavorative prima e durante il Covid19 tramite delle presentazioni e dei laboratori esperienziali molto stimolanti, che hanno attirato l’attenzione dell’intero gruppo e riscosso successo tra i partecipanti. CEPORA ha proposto un workshop di teatro sociale, i giochi proposti riprendevano la tematica dell’esclusione e della paura dell’altro, della discriminazione e del conflitto. Uniamoci Onlus ha creato un workshop di danzamovimentoterapia che includeva i giochi proposti durante quest’ultimo anno per il gruppo di giovani con disabilità: sono stati utilizzati fili per simulare il contatto fisico e giochi sulla lontananza e sulla vicinanza corporea seguendo sempre una distanza fisica che permettesse di giocare con il limite e creare possibilità creative nuove. KCAT si è raccontato nelle sue attività locali e ha incentrato il workshop sull’arte partecipativa, un tipo di arte accessibile a tutti e dunque inclusiva, basata sul contributo uno-a-uno di chiunque ne abbia voglia a partire da uno stimolo proposto dal facilitatore. Tutti possono fare arte ma soprattutto si può collaborare e creare un’opera d’arte condivisa anche senza toccarsi e generare un grande senso di unione. Grazie a Fundatia Crestina Diakonia abbiamo realizzato un’attività rilassante e meditativa: un workshop su come realizzare dei portafogli in feltro in modo facile per tutti. Quest’attività è stata svolta durante il covid19 con utenti con disabilità, è un’attività che può sembrare solitaria e ha suscitato riflessioni nei partecipanti, perché ognuno anche se a distanza ha creato una connessione con l’altro. Come se un lavoro manuale di questo tipo potesse comunque permette di parlarsi e raccontarsi anche senza guardarsi e creare dunque connessioni. Alla fine della giornata abbiamo organizzato il nostro evento pubblico Covid-19 and Mental Health: Could Art Exposure help?, tramite il metodo fishbowl, una metodologia di dibattito non formale, che prevede l’inserimento di un cerchio di esperti dentro un cerchio di uditori, in cui, tramite round di 15 minuti, è possibile discutere e fare domande in modo dinamico e partecipato. L’evento si è svolto a Piazza Magione, perché voleva richiamare la dimensione pubblica e politica della piazza e dunque era aperto a chiunque fosse interessato. Le tematiche che si sono susseguite sono state numerose: dalle esperienze personali sulla salute mentale durante il covid19 fino all’uso terapeutico dell’arte a livello medico. Tutti i partecipanti ne sono usciti arricchiti e grati per lo scambio di idee democratico e aperto. L’ultimo giorno è stato dedicato al programma Erasmus+ e alla compilazione dello Youthpass, abbiamo proposto dei giochi per introdurre l’importanza di questi due strumenti e una valutazione finale non formale per conoscere quali fossero gli stati d’animo del gruppo nei confronti del seminario. Questa occasione di scambio ci ha permesso di riflettere ancora di più su argomenti molto importanti in questo momento e di aprire piste di lavoro con i nostri gruppi a livello locale, sfide che verranno colte ed implementate nei prossimi mesi, con l’augurio di incrementare ancor di più il lavoro creativo a beneficio della salute fisica e mentale.