Nel mese di giugno e di luglio sono stati svolti degli esercizi proposti dal fascicolo Guidelines “How to develop self-awareness” sviluppato durante il progetto CEB – Cooperative Economy without Barriers – un partenariato strategico cofinanziato dal programma Erasmus+ dell’Unione europea coordinato da Uniamoci Onlus
Il fascicolo contiene le linee guida create per supportare il lavoro degli operatori sociali nel facilitare lo sviluppo dell’autoconsapevolezza tramite un insieme di esercizi e attività pratiche. Questi strumenti si sono dimostrati dei validi alleati per lo sviluppo delle capacità di adulti con disabilità. L’autoconsapevolezza è l’abilità di potersi osservare in modo obiettivo e chiaro tramite l’introspezione ed è molto utile per la propria crescita personale. Essere autoconsapevoli ci dà la possibilità di sapere cosa ci rende veramente felici o infelici, cosa ci piace e cosa non ci piace. Capire i propri stati interni, i propri gusti e desideri, è importante per fare buone scelte nella nostra vita, ci rende più proattivi, ci permette di metterci nella prospettiva dell’altro e di migliorare la nostra autostima.
Le attività che abbiamo proposto al nostro gruppo di utenti di Uniamoci Onlus sono: Il mio autoritratto, Valuta te stesso, Me attraverso tempo, Flower self-analysis, Essere abile a dire di no, Se tu fossi un prodotto commerciale, Qualcosa su di me, Si o No. Alcuni esercizi sono stati adattati alle persone che li svolgevano in base alle loro necessità e alle loro preferenze del momento.
“Il mio autoritratto” è un esercizio molto buono per iniziare ad essere introspettivi, ci permette di vedere in forma grafica la rappresentazione che abbiamo di noi stessi. Dopo aver chiesto ai partecipanti di disegnare il proprio autoritratto, tutti sono stati liberi di utilizzare le tecniche di colore che preferivano e non è stata data nessuna indicazione, per non influenzare troppo il disegno che stavano producendo. Alcuni partecipanti hanno avuto difficoltà con la consegna, in quanto non riuscivano o non volevano disegnare sé stessi, ma qualcun altro. Altri hanno prodotto degli autoritratti molto realistici, dimostrando di avere una concezione di sé molto integrata e concreta. Tuttavia, nel momento in cui venivano poste delle domande ad esempio “come mi sento con me stesso?”, “sono felice?”, “sono arrabbiato con me stesso”, è subentrata molta difficoltà e la tendenza generale a rispondere sempre in termini positivi.
Questa tendenza è stata ben visibile anche in esercizi come “Valuta te stesso”, “Me attraverso il tempo” “Qualcosa su di me”: queste tre attività prevedevano entrambe l’autovalutazione e/o l’auto-attribuzione di valori, punti di forza e di debolezza in termini quantitativi. Generalmente i partecipanti si autovalutavano o in modo totalmente positivo o in modo totalmente negativo. “Me attraverso il tempo” dimostrava che spesso c’erano aspettative irrealistiche sul futuro o eccessivamente pessimistiche, ma una sufficiente autoconsapevolezza su chi si è oggi. L’utilizzo di strumenti grafici e più mirati come la Flower self-analysis invece permetteva di focalizzarsi maggiormente su quello che apprezzavano: probabilmente porre il proprio nome al centro del foglio e rispondere a delle domande contenute in dei petali, rendevano l’esercizio più divertente e rilassante, dunque più semplice per i partecipanti.
“Se fossi un prodotto commerciale” si è dimostrata un’attività molto efficace, anche chi non voleva disegnare, ha avuto il desiderio di raccontare che prodotto sarebbe stato. Tutti i partecipanti potevano raccontarsi tramite questo simbolo e dare un prezzo, che rimandava all’idea di autoconsapevolezza ed autostima in un modo meno diretto rispetto alle altre esperienze fatte, ma molto significativo e forse più mirato. Alcuni si identificavano con qualche oggetto che possedevano come un paio di occhiali, ma davano delle caratteristiche diverse. Questo paio di occhiali poteva essere a buon prezzo,
moderno ma accessibile a tutti i cittadini del mondo, ad esempio. Oppure qualcuno ha pensato ad una linea di gioielli molto costosa e tutta di un unico colore.
Tra gli esercizi più apprezzati c’è stato “Essere capace di dire no!”: tutti i partecipanti in cerchio dovevano ripetere dopo l’educatrice la parola “No!” e nessuno ha avuto difficoltà a farlo, rendendo il gioco molto divertente e sfogando la propria energia in modo molto efficace.
Queste attività hanno aiutato a stimolare lo sviluppo dell’autoconsapevolezza tra i partecipanti e per noi educatori è stato molto interessante per scoprire di più i loro punti di forza e di debolezza, ciò che pensano su loro stessi e ciò che desiderano migliorare per essere più felici.