Il ruolo dell’educatore, nel percorso di crescita del bambino, è significativo e delicato: una guida amica, coinvolgente e stimolante, capace di motivare i bambini a mettersi in gioco e ad essere sé stessi. Il primo Training EDUCOM, un training per educatori, mi ha insegnato che il primo step necessario per supportare e guidare un gruppo di bambini in un percorso educativo (ma lo stesso vale anche per gruppi di adulti), è guadagnare la fiducia del gruppo. Un accorgimento semplice ma fondamentale è quello di mantenere sempre, rivolgendosi al gruppo di bambini, un atteggiamento naturale, poiché sforzarsi di piacere e di essere divertenti a tutti i costi genera l’effetto contrario: siate autentici se volete che i bambini si fidino di voi.
È partendo da queste premesse che ho sperimentato, durante alcuni workshop destinati ai bambini, le tecniche apprese dall’organizzazione serba CENTRE FOR POSITIVE YOUTH DEVELOPMENT che ha condiviso le buone pratiche adottate nell’applicazione di metodologie di sviluppo/prevenzione nell’educazione infantile.
Pianificando i vari workshop abbiamo dovuto tener conto delle normative per la prevenzione del Covid e riadattare dunque le attività nel rispetto della sicurezza: in primis la riduzione del numero dei bambini per ogni sessione di attività da svolgere in funzione dello spazio, per cui abbiamo organizzato sessioni di attività rivolte a gruppi di 5-6 bambini per volta di età tra i 6 e i 10 anni. Si è trattato di sessioni esperienziali e attività volte a supportarne il percorso di crescita, evitare il rischio di esclusione sociale e sensibilizzare alla tolleranza e all’inclusione attraverso la metodologia “Applied Drama”, che alterna momenti di gioco molto dinamici e divertenti a momenti di riflessione e condivisione.
Più che descrivere qui il set di attività sperimentate sul gruppo, mi limito a riportare delle dinamiche interessanti che si sono venute a creare durante lo svolgimento dei workshop EDUCOM.
I bambini partecipanti non si conoscevano fra loro, frequentavano scuole differenti ed avevano anche età diverse, per cui sono state strettamente necessarie attività volte alla conoscenza ed a stimolare i bambini a prendere confidenza fra loro ed è stato infatti opportuno, in alcune circostanze, dedicarvi più tempo del previsto. L’educatore deve essere ben cosciente che ogni gruppo di bambini è diverso e può reagire in modi differenti alle medesime attività.
Nonostante il clima giocoso creatosi all’interno del gruppo dei partecipanti al primo workshop, una bambina manifestava difficoltà a partecipare quando il gioco richiedeva di eseguire dei compiti da svolgere fisicamente come camminare per la stanza, saltare, sussurrare o urlare il proprio nome. Mentre nel gruppo cresceva l’euforia lei tendeva a stare in disparte e a non partecipare. In un primo momento le chiesi: “tutto ok?” Lei annuì nonostante fosse a disagio sia nel partecipare che ad essere fuori dal gioco. Continuai a dare le istruzioni al gruppo che mostrava invece di essere molto divertito, di tanto in tanto rassicurando con lo sguardo la bambina in disparte e mettendomi spesso di fianco a lei. Non volevo pressarla a partecipare, volevo darle tempo, pensavo che da un momento all’altro avrebbe eseguito le istruzioni e si sarebbe inserita. Non funzionò, ma la bambina era attenta, aveva seguito il gioco e conosceva ormai le istruzioni che guidavano il gruppo, così le passai il “comando” dicendole: “Ora dalle tu le istruzioni!” Lei mi guardò stupita, mi chiese qual era il primo comando da poter dare ai bambini e si mise in gioco, in qualche momento di esitazione mi guardava in cerca di supporto, sapeva che lo avrebbe avuto se fosse stato necessario. Qui torna il concetto di fiducia accennato all’inizio. La bambina adesso non solo giocava ma stava facendo giocare il gruppo assumendo il ruolo di leader. Dopodiché ho chiesto se qualcun’altro voleva provare a dare le istruzioni e la bambina si è così inserita a giocare nel gruppo passando il ruolo di leader ad un altro partecipante.
Sperimentando le attività con un altro gruppo di bambini è stato invece necessario intervallare le varie attività con dei giochini brevi e dinamici, ciò è stato fondamentale soprattutto per catturare la concentrazione di un bambino iperattivo che tendeva a distrarsi ed agitarsi per la stanza nei momenti meno dinamici o nei momenti in cui non aveva un ruolo principale. È stato molto utile per coinvolgere il bambino e allo stesso tempo non stressare il resto del gruppo e poter procedere in armonia con le varie attività, ambientare dei giochi secondo i gusti del bambino che per esempio aveva mostrato molto interesse per le marionette, per cui un gioco che originariamente prevedeva che i bambini recitassero di essere animali è stato riadattato recitando di essere poi marionette e paladini con scudi e spade. In questo modo la fantasia e gli interessi del bambino venivano presi in considerazione coinvolgendolo maggiormente ed al contempo anche gli altri bambini venivano stimolati ad arricchire il gioco con la loro creatività. Emozionante il momento in cui, durante un’attività nella quale i bambini dovevano muoversi in coppia a specchio, il bambino che aveva mostrato difficoltà nel mantenere la concentrazione e collaborare con gli altri, ha instaurato una connessione profonda con un volontario spagnolo presente a supporto delle attività; i due sincronizzavano con attenzione e fluidità i loro movimenti, con un controllo e una coordinazione eccellente. Ancora più interessante se si pensa che il volontario spagnolo, con sindrome di Asperger, aveva lui stesso difficoltà a mantenere la concentrazione, a rapportarsi con gli altri e in più difficoltà di comunicazione legate alla lingua.
La sperimentazione della metodologia appresa durante il training EDUCOM mi ha permesso di constatare quanto sia efficace coinvolgere i bambini nella gestione stessa dei giochi, stimolando i bambini ad arricchire le attività con le loro idee e proposte, invertendo i ruoli ed essendo flessibili ad adattare e rimodellare le attività pianificate a seconda delle esigenze dei gruppi con cui si lavora.
L’entusiasmo dei bambini al termine di ogni sessione di attività conferma la validità degli strumenti e della metodologia utilizzati.
Gli incontri destinati ai bambini del quartiere Brancaccio di Palermo, si sono svolti il 22-23-24 Febbraio 2021 presso la Biblioteca Comunale Brancaccio in via S. Ciro n° 19, Palermo. Questa attività fa parte del PARTENARIATO EDUCOM composto da 3 SCUOLE E 3 ASSOCIAZIONI: ASSOCIAZIONE UNIAMOCI ONLUS – Coordinatore (Italia), DIREZIONE DIDATTICA STATALE FRANCESCO ORESTANO (Italia), AGRUPAMENTO DE ESCOLAS DE BARCELOS (Portogallo), UDRUGA PRAKTIKUM – CENTAR ZA DJECUI MLADE (Croazia), CENTRE FOR POSITIVE YOUTH DEVELOPMENT (Serbia), SCUOLA ELEMENTARE – OSNOVNA SOLA DANTE ALIGHIERI ISOLA IZOLA (Slovenia). Cofinanziato dal programma Erasmus+ dell’Unione europea.
Martina Di Liberto